Atanor

Atanor

Il Progetto
CONCEPT
Buono da mangiare, buono da significare: il paradigma dell’estrema radicalità del pane. Umile e polisemico impasto degli elementi (terra, aria, acqua e fuoco), consustanziale all’uomo: non è soltanto l’uomo che fa il pane, ma è anche il pane che fa l’uomo. È attraverso il pane che, nell’atto sacro del cibarci ci appropriamo dei significati, e il corpo del simbolo diventa corpo di carne.
Le tecniche di preparazione del pane sono state per secoli tramandate di generazione in generazione, di madre in figlia. Un segreto coltivato nella quiete del tempo circolare. Un rito che prevede tempi e gesti precisi, la sapienza del fare, atti e segni, e per i puristi condizioni fisiche particolari. Proprio come le parole magiche e gli incantesimi, il rituale è tenuto sotto segreto e condiviso solo oralmente. L’atto sacro del mangiare è quindi prefigurato dall’atto magico della preparazione, in un complesso rituale del consumo che ha varianti in tutta la penisola.
Per performare il rito sono necessari oggetti specifici. Atanor rende omaggio alla tradizione italiana, enfatizzando ed amplificando gli aspetti performativi e rituali legati alla preparazione del pane, e in particolare alla fase del rinfresco del lievito madre, matrice viva e oggetto di cura.
SVILUPPO
Atanor nasce dalla collaborazione tra Sara Bologna e Aurora Zancanaro, due alchimiste contemporanee: la prima, designer, si muove tra simboli e segni per dare corpo ad oggetti intrisi di magia e narrazioni; la seconda nasce come chimica per poi decidere di dedicarsi all’arte del pane, trasformando ogni giorno gli elementi più semplici della terra – acqua e farina – in capolavori da mangiare. Il suo panificio LePolveri è un laboratorio in continua fermentazione. Completa il team di alchimisti Massimo di Soffieria Remark, che proprio sulle attrezzature da laboratorio ha affinato la tecnica di lavorazione del vetro borosilicato.

Da questo incontro è nato un progetto dedicato alla cura del lievito madre: matrice della vita, alchimia prima.

L’oggetto è nato da una lunga fase di studio, da cui è emersa l’esigenza di valorizzare la fase di rinfresco del lievito madre come momento chiave della preparazione dell’impasto del pane.

Oltre agli accorgimenti tecnici che permettono di innovare e agevolare le operazioni di rinfresco, Atanor vuole anche essere una casa elegante e nobile per il lievito madre, innalzandolo ad elemento principe della cucina.

La delicatezza del vetro è un invito a soppesare ogni gesto nel momento della preparazione del lievito, enfatizzando così la dimensione rituale del rinfresco, elevandolo a gesto sacro.

L’ispirazione formale viene dall’immaginario alchemico. L’Atanor è il forno il cui calore serve ad eseguire la digestione alchemica. Il termine si fa risalire al greco Α-Θάνατος ovvero “senza-morte” per indicare la capacità della fornace di lavorare all’infinito. L’Atanor è un microcosmo che simboleggia il macrocosmo, e in cui avviene la trasmutazione degli elementi.

EXPERIENCE
Atanor è un vaso per lievito madre in coltura liquida. La forma è studiata per accompagnare e monitorare la fase di rinfresco del lievito propedeutica alla panificazione.
Il lievito appena rinfrescato va inserito nel vaso interno. Le modanature del vaso aiutano a monitorarne la crescita fino al raddoppio. L’Atanor può misurare 100g, corrispondenti ad una sezione del vaso al rinfresco e a due sezioni al raddoppio volumetrico; oppure 200g, corrispondenti a due sezioni al rinfresco e tre al raddoppio volumetrico.

Il vaso esterno va riempito di acqua calda così da creare un clima ottimale per la crescita del lievito madre. L’acqua può essere sostituita nel corso del processo con altra acqua calda, finché il lievito all’interno non avrà raddoppiato di volume. Il processo ha una durata variabile, a seconda delle condizioni ambientali e della salute del lievito.

Atanor può accogliere e conservare il lievito avanzato dalla preparazione, fino al prossimo rinfresco.